Un’azienda per raggiungere gli obiettivi di business, ora più che mai, è necessario che instauri una relazione con il pubblico di destinazione (o target di riferimento). In questo giocano un ruolo decisivo i social media. Non basta inserire foto in una pagina Facebook per attirare la loro attenzione e per condividere i contenuti del sito web, bisogna soddisfare i loro bisogni, osservare i loro comportamenti. Si possono osservare questi parametri grazie agli analytics dei social media e del sito web e poter implementare una strategia di content marketing in sintonia con i vari strumenti che il web mette a disposizione.
In Europa ci sono diverse prospettive e punti di vista sul content marketing e sulle metriche di misurazione dello stesso.
Come affermano i più importanti digital marketer internazionali, il content marketing sta diventando sempre più importante per basare un rapporto con l’audience, e se non si agisce ora nel costruire una solida content marketing strategy, la concorrenza avrà la meglio.
A questo punto, quali elementi considerare per distribuire i contenuti attraverso i social media e creare una relazione con l’audience? Ecco 6 passi che secondo me non devono mancare in una strategia di distribuzione del content marketing.
1. Analisi e Strategia
Analizzare quali sono gli obiettivi e il target a cui destinare l’attenzione e allo stesso tempo attrarli verso brand. Infatti lo studio del contenuto non è lasciato al caso, questo deve variare con il tempo, e alla base di tutto è necessaria una strategia che riunisca l’offline con online, le due cose non possono essere divise. Elaborare un piano editoriale in cui sono presenti diversi contenuti è un modo per basare la presenza sui social media in modo articolato e con un fine, quello di creare interazioni con le persone per acquisire la loro fiducia e portali verso l’azienda.
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2. Scelta dei Canali Social
Ultimamente ad un corso mi hanno chiesto: quali social media sceglieresti per un’azienda? Non c’è una strategia standard per tutti. Dipende dal tipo dei prodotti e servizi offerti. Se è un’azienda local oppure una startup. Se è un e-commerce, oppure un libero professionista. Altri cosa da considerare: il target, se si rivolgono ad aziende o persone fisiche (consumatori). Osservare e verificare se il competitor ha una presenza social media e quali canali ha deciso di presidiare.
3. Investimento e Budget per Advertising
I social media non sono gratis, produrre contenuti richiede studio e tempo; spesso si ha bisogno di diverse figure professionali per coordinare il tutto e per creare una strategia corretta e che si integri con gli obiettivi aziendali. Il mio consiglio è quello di sedersi a tavolino e valutare le varie prospettive di crescita, e fissare un budget. Dal mio punto di vista pensare di crescere una Community dall’oggi al domani senza investire in advertising, soprattutto su Facebook, è un’utopia.
4. Fai A/B test
L’A/B test, può avere diversi obiettivi. Provare ad inviare dei messaggi diversi per la comunicazione di uno stesso prodotto, è un modo per vedere quale messaggio ha avuto più engagement sui social media. Oppure si può implementare la stessa campagna con immagini diverse, ad esempio una destinata ad un pubblico maschile e una femminile. In questo caso devi aver ben chiaro le tue buyer personas, ossia aver studiato nei minimi particolari i potenziali clienti e consumatori dei tuoi prodotti e servizi in modo tale da destinare il giusto messaggio.
5. Misurazione dei risultati
Dopo la condivisione dei post, si procede con la misurazione dei risultati e delle performance. I parametri da valutare sono diversi dal tipo di contenuto pubblicato, un conto è valutare un contenuto link con conversione verso il sito web, un altro è valutare le performance di un video condiviso su Facebook. In prima battuta i parametri da tenere in considerazione sono persone raggiunte (reach organica), quanta interazione ha generato un post come commenti e condivisioni, messaggi privati ricevuti su messenger o attraverso direct message su twitter e instagram. Queste sono le metriche più giuste da considerare. Inoltre bisogna valutare la variabile tempo: per quanto tempo ha circolato quel contenuto, in quali canali è stato condiviso.
6. Crea un Hashtag e sfrutta gli UGC (user generate content)
Creando un hashtag personalizzato si può coinvolgere la community su diversi social media .
Oramai molti brand, hanno creato un hashtag intorno al loro marchio.
Pratica utilizzata su Twitter, Instagram e poi Facebook.
Come ho scritto nell’articolo precedente, l’hashtag va a racchiudere più contenuti che contengono lo stesso argomento e, permette anche alle persone di riconoscersi e condividere esperienze che hanno avuto con il prodotto o servizio dell’azienda.
Sta alla azienda divulgare e monitorare i contenuti prodotti dagli utenti e condividerli nei propri account. Sfruttare gli UGC è un modo per mantenere salda la relazione con le persone, inoltre i contenuti prodotti dagli utenti hanno più rilevanza e credibilità di un contenuto prodotto da un brand.
Conclusioni
Prima di pensare alla produzione di qualsiasi contenuto, trovo fondamentale pensare ad instaurare una relazione con le persone, e qui i social media sono dei buoni alleati, come lo sono anche per la distribuzione del contenuto stesso. E’ anche vero, dipende dal tipo di attività aziendale i social media non bastano, bisognerà con il tempo integrare altre attività di marketing.
Quando devo studiare una nuova azienda per la gestione dei contenuti cerco il più possibile di entrare nel loro modo di operare e la loro filosofia aziendale, ma cerco allo stesso tempo di educarli a non essere troppo referenziali, a condividere anche i contenuti prodotti da altri, correlati alle tematiche riguardanti l’attività aziendale.